“L’Ultimo Giorno di un Condannato a Morte”, di Victor Hugo, Newton Compton, 2014, Edizione integrale
Letto, dal 16 lug 2015 al 7 ago 2015
Victor-Marie Hugo (Besançon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22 maggio 1885) è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo e politico francese, considerato il padre del Romanticismo in Francia.
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dalla Prefazione dell’autore del 15 marzo 1832
[pag. 30] Tuttavia, ciò non basta. Lavarsi le mani è bene, impedire al sangue di scorrere sarebbe meglio. Per questo motivo egli non conosce scopo più elevato, più sacro, più augusto di quello di concorrere all’abolizione della pena di morte. [pag. 40] Ma, si ribatte, la società deve pur vendicarsi, deve pur punire. Né l’una, né l’altra cosa. Vendicarsi è dell’individuo, punire è di Dio. La società è tra i due. Il castigo è al di sopra di essa, la vendetta è al di sotto. Niente di così grande o di così piccolo le si attaglia. Essa non deve <<punire per vendicarsi>>; deve correggere per migliorare. Trasformate in questo modo la formula dei penalisti, così anche noi la capiremo e vi aderiremo. [pag. 44] … la pena di morte … la più irreparabile delle pene irreparabili! [pag. 45] Goffa e cieca, quella che, ovunque si volga, colpisce l’innocente!da: L’Ultimo Giorno di un Condannato a Morte 18..
[pag. 66] Gli uomini, … gli uomini sono tutti condannati a morte con rinvio indefinito. [pag. 68] I riguardi di un carceriere puzzano di forca.… c’è del mosto sul cammino (del sangue per strada), sposare la vedova (essere impiccato), come se la corda della forca fosse vedova di tutti gli impiccati. [pag. 72] Mia moglie non mi preoccupa più; è già cagionevole si salute e debole di spirito. Anche lei ne morirà. Almeno non impazzirà. Si dice che la pazzia tiene in vita; ma quanto meno, l’intelligenza non soffre; dorme, è come morta. Ma mia figlia, la mia bambina, …., è lei la mia pena! [pag. 108] Nella situazione disperata in cui sono, in certi momenti si pensa di poter spezzare una catena con un capello. [pag. 109] Ho chiuso gli occhi, li ho coperti con le mani, e ho cercato di dimenticare, di dimenticare il presente nel passato. [pag. 110] … andavamo tutti e due a lamentarci insieme dalle nostre madri, che ci davano torto ad alta voce e ragione a tu per tu.